Mi dispiace: non partecipo al tam tam collettivo per il quale la partita di domani è la sfida tra Messina e Scariolo. Li conosco bene tutti e due, più Ettore di Sergio a cui pure sono( stato )molto vicino anche per interposto general manager, sia a Pesaro che alla Fortitudo ( grazie Santi Puglisi ). Ettore lo conosco di più perché abbiamo cominciato insieme: lui aiuto allenatore di Mangano a Udine, io cronista al seguito della squadra per il Messaggero Veneto. Con chi ero in camera in trasferta per accordo società giornale? Esatto, con Messina, ma non posso dire di aver visto cose che Voi umani..., piuttosto ho avuto solo la fortuna di conoscere la persona prima dell'allenatore. In sintesi, mi sono tanto cari, e sono comunque tanto bravi che una partita con così tante assenze, pur abituati loro a contare le presenze, non dovrebbe finire automaticamente nei rispettivi curriculum come un capitolo importante. Pur se mette in palio il primato alla vigilia della Final Eight.

Milano Virtus: la storia riassunta in tre anni

Piu'interessante mi sembra, al momento, la sfida fuori campo. Quella che tiene banco per il terzo campionato consecutivo. Nel primo, quello dell'esordio alla Segafredo Arena, dopo un'estate di dispetti al mercato, la Virtus vinse abbastanza nettamente. Aveva, in quel momento della stagione, un vantaggio preciso su Milano: non aveva sbagliato squadra, mentre Milano sapeva già di aver toppato con Mack ( e con White ). Il campionato fu sospeso e facendo i conti in maniera un po' troppo spiccia la Virtus ha continuato a dire, e pensare, che lo scudetto le fosse stato tolto, anche se proprio l'epilogo della scorsa stagione ha dimostrato che tra il dire e il fare ci sono i playoff. Ma affermare questa verità intangibile era parte della sfida contro il potere, anche mediatico, di Milano. Avrebbe potuto essere un tema rivendicare la via italiana scelta da Djirdjievuc contro la via straniera scelta da Messina, in un gioco con ruoli invertiti in prospettiva Nazionale, tema che Ettore giustamente ha accantonato. Invece il derby d'Italia è stato giocato su altri tavoli: con la Segafredo Arena, con il colpo Belinelli, giusto un anno fa, e poi con il colpo Mannion ancora non sparato. In questa stagione, con lo scudetto sulle maglie, Zanetti è diventato pure presidente, ma in Virtus hanno sofferto che il titolo non abbia portato una par condicio mediatica, così è stata interrotta, dicono, la sponsorizzazione della maglia ciclamino del Giro , col risultato che causa ed effetto di questa scelta si sono mescolate e si mescolano di fatto in una onnipresenza di Milano sulla Gazzetta che sarebbe interesse pure della Lega riequilibrare. I proprietari, tutti, i due big, ma anche i consorzi, devono essere protetti oggi. Non solo per la questione delle capienze, essendo gli incassi con i budget più studiati, specie dopo il precedente della scorsa stagione, una voce vicina al margine utile, ma perché la crisi e la perdita di rilevanza del prodotto, non solo sulle tribune, allontana dappertutto gli sponsor minori che garantiscono robuste entrate, e dunque risparmi alle spese delle società. Armani è il CONI, è Milano Cortina, è appunto Armani. Segafredo è la Virtus. Questa la sfida al Forum, e se proprio vogliamo parlare di impianti, in questo momentaccio, ecco un altro derby: la Virtus pensa sempre a una sua Arena, l'Olimpia ancora non pensa al fatto che nel 2026 perderà il Forum per dei mesi causa Olimpiadi.

il bello della diretta

Si gioca alle 16, giorno feriale, si sfidano persino i saldi. Anche senza più la maglia ciclamino in palio, si capisce che un traguardo intermedio importante sarà rappresentato dalle presenze. Se non si arriva al 30% è un bel guaio. E la diretta tv è un rischio: se va bene ci potrebbero anche chiedere di giocare sempre a questo orario, se va male ...Non partecipo al tam tam ma farò la mia parte: mi metto davanti alla tv.

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