Cristiano Scapolo (Bologna)

Il Pallone Gonfiato ha avuto il grande piacere di intervistare Cristiano Scapolo, ex centrocampista con più di 300 presenze tra i professionisti e vincitore di tre campionati di Serie B con Atalanta, Bologna e Napoli e uno di Serie C1 con il Ravenna.

 

Ciao Cristiano, sono parecchi anni che vivi e lavori negli Stati Uniti: di che cosa ti occupi precisamente e come ti trovi in un ambiente così diverso da quello italiano?

Mi sono trasferito negli Stati Uniti da ormai quindici anni. Ho lavorato come allenatore per alcuni club di MLS (Major League Soccer n.d.r.) e per sei anni con la Federazione Americana con la Nazionale maggiore in qualita' di Scout, e come allenatore delle Nazionali Giovanili U15/16/17. Oggi lavoro come Consulente per il North America (principalmente mercato MLS) per una agenzia europea di procuratori. 

Il sistema calcio qui e' migliorato negli ultimi dieci anni un pò in tutto: come livello, come strutture, come seguito e interesse; il tutto e' aiutato da molti giocatori americani che giocano in importanti club europei come McKennie (Juventus), Pulisic (Chelsea) e Dest (Barcellona) tanto per citarne alcuni. Non è lo sport principale ma sicuramente e' in ascesa e poi qui avremo i Campionati Mondiali nel 2026. 

Sei cresciuto nel settore giovanile dell'Inter esordendo con in nerazzurri poco più che diciannovenne: quanto è stato importante muovere i primi passi da professionista in un club così importante?

Molto importante essere cresciuto in una società come l'Inter perchè fin da piccolo sei curato di attenzioni e particolari che forse in un club piccolo non possono darti. Anche se penso che alla fine sta al singolo giocatore affermarsi in ogni ambiente che ci si trova. Poi ho avuto  la fortuna di esordire in Serie A in una squadra piena di campioni come l'Inter del 1989-90, e avere quel tipo di esperienza, per un ragazzo che viene dal settore giovanile, aiuta a maturare piu' in fretta.

Da calciatore, quelle di Bergamo e Bologna sono state due esperienze molto importanti, cosa ricordi di quegli anni? E quale è una partita che rievoca in te grande piacere, disputata con le due maglie?

Due gran belle esperienze con due club che ancora oggi porto nel cuore e seguo con interesse: con l'Atalanta mi sono affacciato come mio primo anno in Serie A da protagonista, soprattutto all'inizio dove con Guidolin giocammo un buon calcio nelle prime partite, poi sfortunatamente qualcosa si ruppe e ando' male, ma vincemmo subito l'anno dopo il campionato e tornammo nella massima serie. Con il Bologna sono stati due anni splendidi sotto tutti i punti di vista e in Serie A finimmo al settimo posto dopo un gran campionato nel quale c'erano veramente tante squadre molto forti.

Con gli orobici mi ricordo un Atalanta-Cagliari terminata 5-2 che coincise con il mio primo goal in Serie A e quindi una giornata speciale per me. Con i felsinei invece un Bologna-Chievo finita 1-0 in uno stadio Dall'Ara gremito nel quale segnammo al 90' minuto e quella vittoria coincise con la nostra risalita in massima serie. 

Nella tua carriera hai avuto parecchi allenatori, quale è quello che ti ha dato di più sotto l'aspetto tecnico ma anche umano?

Ho avuto la fortuna di avere grandi allenatori come Trapattoni, Guidolin, Prandelli, Ulivieri, Zeman e Mondonico, tante per citarne qualcuno e con i quali ho imparato molto da ognuno di loro. E' difficile sceglierne uno perchè tutti un po diversi l'uno dall'altro, ma forse Guidolin e' stato quello con cui ho instaurato un rapporto speciale. 

Nell'estate del 1997 sei passato alla Roma, mentre al Bologna arrivava un certo Roberto Baggio: tornassi indietro rifaresti quella scelta di trasferirti nella capitale? E come mai con i giallorossi ha trovato poco spazio?

Penso che la scelta di Roma sia stata giusta perche' per me rappresentava, dopo due ottime stagioni a Bologna, la possibilita' di confermarmi in una grande piazza come quella giallorossa. Sfortunatamente mi infortunai subito in ritiro pre-campionato (pubalgia) e per me da li è stato un calvario. Un susseguirsi d'infortuni che mi hanno in pratica impedito di essere disponibile per gran parte della stagione. Un vero peccato e ho sofferto molto per quella stagione

Dopo la Roma, sei stato due stagioni sotto l'ombra del Vesuvio: come ti sei trovato a Napoli, un ambiente sempre molto caldo e con un tifo passionale?

A Napoli mi sono trovato benissimo, un ambiente e una città unica. Solo chi la vive puo' capire le sensazioni che si provano a vestire quella maglia. Anche se eravamo in Serie B, ogni domenica si respirava sempre aria di grande calcio e il calore e la passione dei napoletani ti coinvolgevano in tutto quello che facevi. Dopo un primo anno dove da favoriti non riuscimmo a risalire nella massima serie, facemmo un gran campionato l'anno dopo regalando ai tifosi napoletani la meritata Serie A. Ovviamente era una società e una squadra diversa e lontana da quella che il Napoli è oggi, ma indubbiamente e' stata una gran bella esperienza che ancora oggi porto nel cuore.

Hai terminato la carriera a 34 anni giocando le ultime tre stagioni con i lombardi del Legnano in Serie C2: c'è stato un motivo particolare che ti ha fatto scegliere la quarta serie, nonostante ancora fossi abbastanza giovane?

Dopo l'anno in Serie B con il Ravenna avevo avuto delle proposte di importanti club di Serie C al Sud (una era il Catania) e in quel momento rifiutai. Avrei dovuto accettare perche' erano piazze che dopo qualche anno si sono affaciate in Serie A disputando ottime stagioni. E' stato un errore, ma non volevo scendere in terza serie e aspettando proposte di squadre di serie cadetta, mi sono trovato un pò a spasso. Alla fine ho deciso di tornare vicino a casa mia, accettando la proposta del Legnano dove ho giocato gli ultimi tre anni. Mi sono trovato molto bene con tutti ma sicuramente era un calcio e un ambiente diverso da quello che ero stato abituato per molti anni e alla fine decisi che forse era meglio smettere e iniziai ad allenare i bambini con le Scuole Calcio del Milan.

Infine un tuo commento sul campionato di Serie A a due mesi dalla fine: secondo te l'Inter, che è ad un passo dalla vittoria dello scudetto, può stare tranquilla, oppure deve fare ancora attenzione ad un ritorno di fiamma di qualche squadra?

L'Inter ha un buon margine di vantaggio ma ancora non e' finita. Bastano un paio di passi falsi e si rischia di rimettere tutto in discussione. Sia Milan che Juventus fuori dalla coppe europee, giocheranno tutte le partite con le migliori formazioni cercando di vincerle tutte, anche se penso che i nerazzurri siano in una posizione psico-fisica di vantaggio per aggiudicarsi il titolo. 

Per la zona Champions League quali sono le altre squadre favorite per la qualificazione alla stagione 2021-22? E in zona retrocessione, oltre al Crotone che sembra ormai spacciato, chi sono le altre due squadre che rischiano di più?

Sara' un rush finale interessante dove ci saranno sei squadre per tre posti. Vedo favoriti Milan, Juventus e Atalanta, ma starei attento anche al Napoli che sta ritrovando continuita' nelle prestazioni. Comunque tutto è ancora in gioco e mancano ancora tante partite. La condizione fisica dei giocatori chiave faranno un pò la differenza. 

Per la salvezza togliendo il Crotone che mi sembra un po troppo distaccato, ci sono sette squadre in dodici punti che secondo me si giocheranno gli altri due posti, qui il calendario per ognuna diventerà fondamentale.

Ringraziamo Cristiano Scapolo per la disponibilità, augurandogli in bocca al lupo per il suo futuro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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