Giorni intensi dopo una bella finale di Euriolega. Filippo Messina che si dimostra già tanto saggio quanto il padre e gli dice: meglio perdere di due all'ultimo tiro che di 15 e non essere mai in partita. Conta esserci, esserci per provarci e riprovarci dice Ettore, togliendosi anche qualche sassolino della scarpa: formalmente rappresentiamo il basket italiano, dice, nella sostanza non è così. La sostanza è gara 3 di oggi, sia a Bologna che a Venezia: torna il pubblico, e già è una festa, celebrata in modo strano, facendo comparire mille loghi sui campi invece che vestendo le città, city dressing si dice infatti, col risultato che restano playoff un po'carbonari; Milano e Virtus hanno il match ball dopo il 2-0 pre Colonia, ma è un match ball che hanno per conto di tutti. Spiacevole dirlo, scortese dirlo a Brindisi che sull'altare del Covid ha dovuto sacrificare il suo meritato promo posto: Milano e Virtus in finale già stasera salvano la stagione spalmando i playoff su un calendario più sensato di quello obbligato con i back to back. Errore non solo della Lega, bisogna dirlo, ma anche della Fip. Altro che non si cambiano le regole in corsa: la Spagna, che non deve giocare il poreolimpico, ha accorciato i playoff, l'Italia che ha fissato il termine perentorio del 17 giugno per la fine della stagione ha pensato in quali condizioni ci arrivano tanti azzurri dopo un finale di stagione del genere ?

La rivincita di Marco Calamai

Bologna è sempre più Basket City. Torna Jasmin Repesa alla Fortitudo e chiede tre cose: organizzazione, organizzazione, organizzazione. Non è ripetitivo Jasmin, è solo chiaro, anche nel fotografare quello che non ha funzionato nell'ultima stagione. Questa forse è un'eredità di Colonia: si riparte dagli allenatori prima ancora che da un mercato che, oltre tutto, fino a quando non conosceremo le condizioni reali delle società è una fiera dei sogni. Arrivano fior di giocatrici alla Segafredo, Cecilia Zandalasini è solo la ciliegina sulla torta di un piano industriale, perchè davvero non ci può essere altra definizione, pensato per puntare al titolo ma anche per scatenare sinergie per i partner, per avere settimane e palestre piene di Virtus. Ma l'eroe della settimana è Marco Calamai. Lui si è inventato la squadra di basket per ragazzi autistici. Lui ti prende il cuore quando racconta del ringraziamento dei genitori a lui e al basket: abituati a non vedere in faccia i loro figli, ritrovano finalmente gli sguardi dei ragazzi al ritorno degli allenamenti perchè il canestro gli fa alzare gli occhi. Le stesse cose che ha detto al basket il Papa: guardate in alto, abbiate il coraggio di guardare in alto. Di fare squadra. Grande Francesco, due in uno: benedizione e rimprovero. Marco Calamai si è rifugiato tra i ragazzi appunto per ritrovare le emozioni, la sincerità. Lui ragiona, da anni, come il Papa: è il basket che non va in visita da lui.

La Superlega del ma poi

Jordi Bertomeu ha fatto il punto sulla sua creatura, ma la stagioone appena finita, la sua e pure quella, abortita, della Superlega di calcio, gli ha tolto un po'di smalto. Dice che il format non si tocca, ma poi confessa che tanti, e Messina tra questi, gli chiedono playoff più lunghi. 18 squadra sono il top, ma poi si ragiona anche di 20 squadre e siccome non ci sarebbero date per una regular season da 38 giornate, si capisce che si potrebbe passare a due gironi, con tabellone tennistico, e playoff per 16 squadre su 20. L'Eurocup non è una nave abbandonata, al contrario è una nave da crociera che continuerà sulle stesse rotte dell'Eurolega, solo con meno soldi da distribuire, meno lustrini da esibire, e sempre costi alti da sostenere. Appunto, la sostenibilità: apparentemente è la preoccupazione di tutti, in realtà non è stata presentata nessuna soluzione per questa stagione straordinariamente onerosa che lascerà pesanti eredità, negative, a tutti.

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